Giochi, la manifestazione di protesta dei lavoratori a Montecitorio

Palese (Agcai): “Il governo sta facendo morire le nostre aziende”
Curcio (Sapar): “Pronti ad astenerci dalla raccolta se qualcosa non cambia”
Pirrello (Agge Sardegna): “Il governo ci ha trattato da cavie e ora vuole eliminarci

ROMA – I lavoratori delle imprese che aderiscono all’Agcai, Sapar, Cni e Agge Sardegna ieri sono scesi in piazza Montecitorio, per protestare contro la scelta del governo di inserire nella manovra, poi blindata con una fiducia ammazza-dibattito, un aumento delle tasse per le aziende gestori delle awp. A guidare la protesta i presidenti delle associazioni, Benedetto Palese, Raffaele Curcio, Francesco Pirrello e Dario Palladino.

“Protestiamo contro il progetto del governo, che ha come obiettivo primario quello di eliminare le 5.000 aziende del gioco lecito che gestiscono le awp nei bar, e non toccano invece i gestori delle videolottery e del gioco online, che sono i più pericolosi”, ha detto Palese, numero uno dell’Associazione gestori e costruttori apparecchi da intrattenimento. “Stiamo parlando di 200.000 lavoratori, padri e madri di famiglia – ha aggiunto -, perché è il gioco fisico che produce occupazione, non quello online. Il governo aveva bisogno di 500 milioni e lì sta prendendo tutti da noi, caricandoli tutti sulle nostre spalle, anziché spalmare la somma sulle altre categorie che pagano tasse molto inferiori alle nostre. Ma così stanno facendo morire le nostre aziende”.

La gravità della situazione costringe anche le imprese a gesti eclatanti per essere ascoltate. “Se non si muove qualcosa ci asterremmo dalla raccolta”, ha annunciato Raffaele Curcio, presidente dell’associazione nazionale Servizi apparecchi per le pubbliche attrazioni ricreative, “è una decisione grave anche per le aziende, perché verrebbero penalizzate, ma non abbiamo altra via d’uscita, con questi livelli di tassazione il settore va a morire”. Al governo chiedono di accogliere le loro proposte: “Abbiamo portato al governo ed in parlamento istanze ragionevoli dividendo l’incremento delle imposte su tutte le offerte di gioco, in special modo su quelle che non hanno una filiera occupazionale, come ad esempio l’online, ma non c’è stato verso di riequilibrare la situazione.

È una manovra iniqua – ha proseguito Curcio – e non riusciamo a capire il perché, nonostante ci sia tantissime risorse umane che perderebbero il posto di lavoro, l’Esecutivo si ostini a penalizzare esclusivamente la nostra. categoria. Da 4 anni, metodicamente e incessantemente, si tassa esclusivamente il settore degli apparecchi, tralasciando tutte le altre offerte di gioco”.

Anche per Francesco Pirrello, presidente dell’Associazione gestori giochi Sardegna, la misura è ormai colma. “Protestiamo contro la decisione del governo di eliminare un comparto produttivo, forse l’unico nel settore dei giochi”. Ma “se il gioco fa male – ha sottolineato in maniera provocatoria – che sia proibito in tutte le sue forme, altrimenti la barzelletta della ludopatia è solo un’invenzione per penalizzare un settore che si è adoperato per dare un corpo a questa riforma, ed è stato poi trattato come cavia da questo governo, che ora ci vuole eliminare del tutto”.

“La decisione di questa nuova manifestazione e della creazione del Comitato nasce dalla volontà di protestare contro l’aumento del preu inserito in manovra e su cui la commissione Bilancio non è intervenuta. Questo rappresenta per le aziende di gestione un punto di non ritorno”, ha detto Dario Palladino, leader del Comitato noleggiatori italiani. “Lavorare con un aumento di 1,5 punti porterà nei prossimi mesi ad uno scompenso non indifferente, perché molte aziende non riusciranno a sostenere questo ulteriore carico fiscale”.

Una delegazione composta dai responsabili delle associazioni è stata ricevuta dal sottosegretario al Mef delegato ai Giochi, Pier Paolo Baretta.

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