La difesa aveva chiesto di utilizzare un milione e trecentomila euro per la rottamazione di cartelle Equitalia. La procura aveva detto sì. Ma il collegio: “Quei soldi non sono una fonte lecita”.
Il Tribunale di Milano sezione misure di prevenzione ha respinto un’istanza presentata dalla società Fenice, riconducibile a Fabrizio Corona, con la quale veniva chiesto il dissequestro di 1.342.893 mila euro per l’adempimento della procedura di ‘rottamazione’ delle cartelle di Equitalia.
La Procura aveva dato parere favorevole alla revoca del sequestro nella misura di 322mila euro per pagare la prima rata, ma i giudici, presieduti da Maria Rispoli, hanno bocciato l’istanza rifacendosi alla “giurisprudenza costante” della Cassazione in base alla quale “nell’ambito del procedimento di prevenzione le somme oggetto di evasione fiscale non possono costituire una fonte lecita di provvista”.
L’istanza era stata presentata dai legali di Corona, gli avvocati Ivano Chiesa e Luca Sirotti, nell’udienza del 4 luglio. Ai giudici avevano chiesto di ‘scongelare’ una parte dei contanti che erano stati sequestrati perchè la società ‘Fenice’ avrebbe dovuto pagare a breve delle imposte. L’udienza era poi stata rimandata per problemi di salute di un giudice al 3 novembre. In quella data, i giudici decideranno “nel merito” sulla richiesta di dissequestro che, per adesso, è stata respinta, tenendo anche conto che “non sono state ancora depositate le motivazioni” del verdetto con cui Corona è stato condannato a 1 anno di carcere lo scorso 12 giugno ma assolto dalle accuse principali, tra cui l’intestazione fittizia di beni.
“Che strano Paese è l’Italia – è il commento dei due avvocati – un cittadino, per giunta detenuto, chiede di pagare le tasse. La Procura è favorevole ma il Tribunale dice di no. La gente valuti da sola, non c’è altro da aggiungere”
Fonte:Repubblica
Ciro di Pietro