Bruzzone: “Incompatibilità tra chi decide su affido e chi gestisce strutture accoglienza”
Roma. “Il caso di Bibbiano molto probabilmente non resterà isolato. Occorre fare luce sulle tante incompatibilità tra controllati e controllori che si rilevano nella gestione degli affidamenti dei minori in Italia. Per tutelare i diritti dei bambini ho chiesto che vengano finanziate subito misure per la promozione del ‘sostegno di vicinanza’. Un’esperienza che già in molti territori sta dando ottimi risultati. I minori allontanati dalla famiglia d’origine per mancanza di adeguati mezzi di sostentamento vengano affidati a nuclei familiari appartenenti alla stessa comunità locale. Le famiglie affidatarie intervengono così a sostegno della famiglia d’origine fin quando non riesca a superare le difficoltà economiche. Nel frattempo il minore non è costretto a subire il doloroso distacco che rischia di condizionarne per sempre la vita”. E’ la proposta della vicepresidente della Commissione Affari sociali, Michela Rostan, presentata presso la sala stampa della Camera insieme alla criminologa, Roberta Bruzzone, alla deputata di Liberi e Uguali, Giuseppina Occhionero, ad Anna Benedetta Torre, presidente della Fondazione Patrizia Nidoli Onlus e Anna Malinconico, sociologa esperta di inclusione.
Il tema della necessità di separare bene i ruoli è stato ripreso dalla criminologa Roberta Bruzzone che ha affermato come “ in questo sistema ci sono problematiche diverse che devono essere affrontate in modo drastico, a partire dal rendere incompatibile che gestisce il sistema di valutazione sociale delle famiglie, decidendo l’allontanamento dei minori, rispetto a chi gestisce il collocamento dei minori stessi. Figure che devono essere ben distinte altrimenti si crea un corto circuito dove i più spregiudicati lucrano sulla pelle dei bambini”