Fisco, artigiani: ok correzioni concordato preventivo biennale, ora altre modifiche

Rendere il Concordato più equo ed efficace

Le modifiche al Concordato preventivo biennale sono un passo nella giusta direzione, ma sono necessarie altre correzioni al quadro normativo per rendere il concordato più efficace ed equo e per migliorare la conformità fiscale. Lo hanno espresso CNA e Confartigianato nel corso di un’audizione davanti alle Commissioni Finanze di Camera e Senato sullo schema di decreto che introduce disposizioni integrative e modifiche al concordato.

In concreto, i due organismi dovranno dare attuazione ai principi contenuti nella Delega Fiscale e sostenere un accordo sul regime fiscale dei premi riservato ai soggetti con punteggio Isa superiore a 8. In particolar modo, la proposta di CNA e Confartigianato prevede “L’introduzione di un’imposta alternativa sul differenziale tra reddito dichiarato e concordato in una forbice compresa tra il 10 e il 15 per cento, a seconda del livello di compliance fiscale”.

Riconoscere la possibilità di riportare a nuovo le perdite subite durante la durata del concordato. Ridurre il tasso di calo dei ricavi che giustifica l’uscita dal concordato. Prevedere la scadenza del concordato solo nel caso in cui il maggior reddito imponibile sia determinato analiticamente anziché induttivamente. Infine, deve essere previsto che la privazione del concordato in caso di violazione fiscale di natura penale possa essere disposta solo dopo una condanna definitiva.

Nel complesso, le due organizzazioni valutano positivamente il cambiamento di paradigma nella lotta all’evasione fiscale attraverso l’introduzione del Concordato preventivo biennale e il rafforzamento della compliance congiunta nelle grandi imprese. Attraverso questi Istituti, infatti, si crea un dialogo preventivo con le amministrazioni finanziarie, volto a ridurre o addirittura eliminare la successiva regolamentazione.

Per CNA e Confartigianato vanno sicuramente nella giusta direzione le modifiche previste dal decreto, in particolare la proroga di 15 giorni per l’adesione al concordato e l’inserimento di ulteriori clause di esclusione o di recesso. Rilevanza delle perdite su crediti, semplificazione del calcolo degli anticipi. Un altro aspetto positivo è che il pagamento per la dichiarazione dei redditi 2023 può essere pagato con un aumento dello 0,40% fino ad agosto 2024.

Ciro Di Pietro

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