Il ddl concorrenza frena al traguardo: approvati 4 emendamenti, testo di nuovo al Senato

MILANO – Oltre 850 giorni non bastano al ddl concorrenza per ricevere il via libera definitivo. A un passo dal traguardo alla Camera, dopo il via libera del Senato, le commissioni Finanze e Attività Produttive hanno approvato 4 emendamenti che imporranno un ritorno del testo emendato al Senato. “Con tutto il dovuto rispetto per il Parlamento la decisione di riaprire il ddl concorrenza a più di 850 giorni dalla sua presentazione, è difficilmente comprensibile e rischia di trasmettere l’ennesimo segnale negativo a cittadini, imprese e istituzioni internazionali”, ha commentato il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, che caldeggiava invece un ritiro degli emendamenti e il voto di fiducia per chiudere la partita.

Gli emendamenti approvati al ddl Concorrenza, con le relative modifiche che lo riporteranno in Senato per la quarta lettura, toccano quattro capitoli importanti del provvedimento: assicurazioni, energia, telemarketing e odontoiatri.

Andando in ordine, sul primo tema si è deciso reintrodurre il tacito rinnovo sulle polizze assicurative “del ramo danni di ogni tipologia, alla loro scadenza”. In secondo luogo, in materia energetica, è stata eliminata la possibilità di mettere all’asta la fornitura di energia elettrica per i clienti che non avranno scelto il loro fornitore allo scadere del sistema di maggior tutela attualmente vigente (a cui lo stesso ddl Concorrenza ha messo uno stop a partire dal 1° luglio 2019).

La modifica che interessa invece le attività di telemarketing sopprime un comma introdotto dal Senato con cui venivano stabiliti alcuni contenuti necessari dei contatti vocali non sollecitati da parte di operatori nei confronti degli abbonati (ad esempio il fatto che all’inizio della telefonata siano specificati gli elementi di identificazione del soggetto per conto del quale avviene il contatto e l’indicazione dello scopo commerciale della chiamata). Viene eliminata anche la regola che consente la telefonata “solo quando l’abbonato, acquisite le suddette informazioni, presta un consenso esplicito”. Modifiche ritenute superflue nell’interpretazione del Mise, secondo cui con il disegno di legge 2452 sono in discussione misure ben più restrittive che consentirebbero di scegliere preventivamente se e da chi essere contattato telefonicamente.

Una diversità di vedute già manifestatasi dopo l’approvazione delle norme contestate nel passaggio al Senato. Modifiche contestate dal Garante per la protezione dei dati personali Antonello Soro – che aveva espresso “sconcerto e preoccupazione” – e difese invece dal Ministero dello Sviluppo, secondo cui la misura ampliava le garanzie esistenti per i consumatori invece di ridurle.

L’ultima correzione è quella che riguarda le società odontoiatriche, l’emendamento approvato prevede che l’esercizio dell’attività di odontoiatra sia consentito solo a chi ha l’abilitazione e alle società operanti nel settore odontoiatrico le cui strutture siano dotate di un direttore sanitario iscritto all’albo degli odontoiatri e all’interno delle quali le prestazioni siano erogate da soggetti in possesso dei titoli abilitanti.

 

Fonte: Repubblica.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *